L'Autore

Marco Fajer è nato a Senigallia (AN) il 16 Aprile 1977, dopo una formazione classica si laurea in Giurisprudenza a Bologna. Si trasferisce in varie città d'arte come Firenze e Ferrara che accrescono notevolmente la sua sensibilità ed essenza artistica, tornando poi a Bologna dove il cammino intrapreso matura in una concezione pittorica definita e profonda.

La sua tecnica è esclusivamente olio su tela, caratterizzata dal forte contrasto della malinconia delle rappresentazioni con la ricerca dei colori più accesi ed esplosivi creando una dicotomia di significati ed emozioni

E' stato recensito da vari Critici d'Arte come Giorgio Grasso , Azzurra Immediato, Francesca Bugliolo e Mara Campaner



Il pensiero...le opere...

Il fluido della vita viene raccolto e definito dalle maschere che portiamo quotidianamente  sul volto, che ci limitano ma ci aiutano ad esprimere le nostre emozioni ed i nostri stati d’animo; ci accompagnano nell’affrontare le innumerevoli scelte, le decisioni e gli immancabili imprevisti che la frenetica società moderna ci impone.

La giovinezza che come un fiore caduto svanisce o viene donata in segno di amore per la felicità eterna.

Il Bene e il Male come il Bianco e il Nero, colori opposti che fanno parte della stessa natura dello steso gioco, della stessa maschera.

La vita dominata dal susseguirsi degli accadimenti più inspiegabili, più inaspettati, più tragici che a vari livelli condizionano la nostra strada, il nostro percorso e la nostra mente, come in un enorme gioco d’azzardo, le carte, gli scacchi, i dadi; della vita noi siamo i protagonisti e dobbiamo affrontare tutte le innumerevoli sfide che si presentano e vincere la nostra partita, il nostro gioco! Il Fato, la Sorte, la Fortuna che cinicamente segna il nostro cammino, le calamità accadute offuscano i nostri occhi e la nostra visuale può essere salvata solamente dalla purezza dei colori più intensi.

Il Sogno del Manichino che ardentemente desidera di essere felice, ma la felicità non è altro che una delle maschere che indossiamo, e che, tra tutte, è quella che purtroppo copre il nostro viso per un solo e fugace attimo.

L'Arte come medicina dell'anima, l'Arte che rappresenta ciò che esiste ma che infondo non c'è, che non si vede, che non si tange, ciò che solamente si può sentire, lievemente percepire, intuire, provare.....gli oggetti quotidiani diventano simboli, talismani, allegorie cariche di significati oltre la materia, vedere al di là delle cose, alzare ed innalzare lo sguardo verso ciò che di più puro e intenso ci sia, spingersi al massimo del possibile concesso...........osservare il silenzio, ascoltare i colori, il loro messaggio, la loro infinita e perfetta purezza, mentre tutto scorre, si modifica, si plasma, in un'eterna metamorfosi, trasformazione, trasfigurazione dell'essere e del comune sentire.

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